Il Laboratorio didattico culturale per il territorio del Monferrato è finalmente realtà: è stato un bell’incontro tra fantasia, conoscenza tecnologica, obiettività storica e generosità che ha consentito a Piovà Massaia di dotarsi di uno spazio didattico culturale all’avanguardia, che servirà a far conoscere il territorio del Monferrato ai suoi abitanti e ai suoi visitatori.
L’amministrazione comunale di Piovà, infatti, grazie alla collaborazione e al contributo determinante del GAL Basso Monferrato Astigiano, oltre che della Fondazione CRA, della Fondazione CRT e dell’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano, ha scelto di realizzare un laboratorio che intende creare cultura parlando delle peculiarità, dell’arte e dei personaggi più illustri del Monferrato.
I componenti dell’Associazione fra Guglielmo Massaja coordinati dal suo consigliere Paolo Lupo, che con creatività e del tutto gratuitamente hanno ideato testi e contenuti e allestito materialmente gli ambienti con la collaborazione del Cappuccino fra Mario Durando, postulatore della causa di beatificazione del Venerabile Massaja, e Leonardo 3D Metrology srl, aggiudicataria dell’appalto per la realizzazione del progetto che ha messo a disposizione il suo elevato livello tecnologico con la direzione lavori dell’architetto Marco Maccagno, hanno consentito di ricreare ambienti, di immergere letteralmente il visitatore nei boschi monferrini, di farlo volare sopra i coltivi e sugli andamenti sinuosi dei borghi sul crinale delle colline, di farlo entrare in ambienti e guardarsi intorno; tutto questo senza muovere un passo dalle sale del palazzo comunale di Piovà Massaia.
La generosità di chi ha donato denaro, tempo, conoscenze, oggetti è stata la nota determinante per fare di questo spazio un esempio per molti e, materialmente, di realizzare quest’opera con una spesa contenuta. C’è stato chi ha offerto le proprie conoscenze scientifiche e storiche, c’è chi, anche in questa occasione, non ha fatto mancare il proprio consistente aiuto economico, chi, senza essere mai stato prima a Piovà, ha regalato una giornata del proprio drone, chi ha messo a disposizione cavallo, calesse ed un giorno di lavoro per suggestive riprese a Santonco, chi ha dato la propria voce alle immagini, chi si è privato di oggetti cari appartenenti alla storia della propria famiglia, chi li ha ripuliti, restaurati, chi, come Luca Licata, nel trasporre le idee in immagini, è andato ben oltre ciò che da contratto sarebbe stato sufficiente. C’è stata un’amministrazione comunale che ha creduto nel progetto ed avuto fiducia in chi lo stava realizzando ponendosi come garante morale verso gli enti finanziatori, il GAL e le fondazioni bancarie. Ci sarà chi, opportunamente preparato, offrirà il proprio tempo per accompagnare i visitatori, spiegare loro come e che cosa vedranno. Si è trattato, insomma, di un lavoro di squadra che l’Associazione fra’ Guglielmo Massaja, con la sua presidentessa Daniela Bongiovanni, ha coordinato con passione ed attenzione.
Ma vediamo che cosa c’è dentro a questo laboratorio dedicato al territorio, che cosa vede, guidato dal Cardinal Massaja, il visitatore che entra al piano terreno del palazzo comunale del suo paese natale. All’ingresso, il primo dei quattro grandi pannelli riassume che cosa e come potrà osservare nelle sale; la prima di queste dispone di dieci postazioni che consentono una visione immersiva del nostro territorio: una esperienza suggestiva in cui il visitatore, stando seduto nella sua comoda postazione, accompagna nei boschi il Cardinale Massaja interpretato da padre Mario Durando e può volgere il suo sguardo intorno a sé, come se davvero si trovasse in quei luoghi. Nella stessa sala, puntando i vari Qr code del pannello, legge ed ascolta la narrazione dei momenti significativi della vita del Cardinale sino alla partenza per l’Etiopia ed una sintesi dei suoi anni africani, immerso nell’ambiente selvaggio di quelle terre. Nell’altra grande sala, a sinistra dell’ingresso, un terzo grande pannello illustra con lo stesso metodo dei Qr code il territorio nei grandi temi delle permanenze e dei mutamenti rispetto al secolo di cui fu testimone Massaja e del possibile dialogo fra passato e futuro; il quarto ci accompagna in un percorso artistico fra le chiese romaniche visitabili in un giorno partendo da Piovà ed alcuni esempi di barocco alfieriano, dalla Parrocchia dei Santi Pietro e Giorgio ai palazzi nobiliari di Asti. Altre due postazioni consentono l’uno un viaggio virtuale fra i punti salienti di Piovà accompagnati dalle musiche del suo violinista Giovanni Battista Polledro, l’altro una riscoperta di quelle donne e di quegli uomini del Monferrato un tempo famosi ed ora quasi sconosciuti: qualche nome fra tutti? Ecco, i santi sociali, le donne partigiane, Giovanni Battista Polledro, Giuseppe Govone, Umberto Cagni, Giacomo Bove, Cosma Manera, Giovanni Pastrone.
Nelle sale trovano posto alcuni oggetti agricoli appartenenti a famiglie di Piovà e dei Comuni vicini per ricordare ai visitatori più giovani quale impegno fisico abbia accompagnato, fino al secolo scorso, la produzione di un chilo di grano, di patate, di un litro di vino.
Ora il progetto continua nel completamento del percorso grazie ad altre due sale adiacenti in via di allestimento: queste illustreranno la vita e le opere del Cardinale contestualizzando al suo secolo le varie sfaccettature della sua personalità poliedrica. Grazie all’opera anch’essa prestata gratuitamente da un gruppo di docenti dell’Università degli Studi di Torino (i professori Alessandro Bargoni, Mauro Forno, Paola Pressenda, Maria Luisa Sturani e il botanico Franco Correggia), vedremo il missionario nella sua Etiopia travagliata, il medico nella cura delle malattie endemiche e conosceremo i progressi della medicina in quel secolo, apprezzeremo il diplomatico immerso in un’Europa distratta e conflittuale, il geografo esploratore fra gli esploratori d’Africa. Anche qui, gli stessi criteri di visualizzazione e l’implementabilità doteranno Piovà di un laboratorio aggiornabile da nuovi successivi contributi.