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Camminando fra le colline di Piovà Massaia, arrivando al palazzo dei Marchesi Ricci, soffermandoci senza fretta nelle stanze che ospitano questa esposizione, avremo la sensazione di un viaggio nel tempo, un tempo lento, fatto di ricette a lunga cottura con ingredienti di stagione, di oggetti già di uso comune, di ambienti sopravvissuti. Ci guideranno i menu, piccoli rettangoli di cartone leggero che, posati a fianco di coperti sontuosi o su una tovaglia a quadretti bianchi e rossi, hanno aiutato bons vivants del passato a districarsi fra consommé à la Savigny, galantine di vitello tartufate, asparagi in salsa Mousseline e corbeilles di frutta.
Basterà soffermarsi in queste sale per immaginare le voci sommesse degli invitati al tavolo di re Umberto I, per immergerci nell’atmosfera brillante di una cena al Savoy di Londra guidata dall’arte di Auguste Escoffier, per stare al tavolo degli sposi di un già lontano 1931, per sentire il cucchiaio che raschia il fondo del barachin di una mensa di fabbrica, per seguire il nostro concittadino Guglielmo Massaja in tre momenti della sua vita travagliata, o per sentire il profumo di bollito nella cucina di palazzo Ricci.